Sonallah Ibrahim, Muhammad Aladdin e Yasmina Khadra in arrivo in libreria

A settembre arrivano in libreria due romanzi di due autori egiziani contemporanei, seppur di due generazioni diverse, che raccontano l’Egitto di oggi, e l’ultimo controverso libro di Yasmina Khadra, che si è guadagnato un articolone sull’ultimo Venerdì di Repubblica a causa del tema trattato: le ultime ore di Muammar Gheddafi. 

11800608_859697877412200_6156415602861748444_nLe stagioni di Zhat, di Sonallah Ibrahim

Trad. dall’arabo di Elisabetta Bartuli, edito da Calabuig (in libreria da settembre)

“Nell’appartamento piccolo-borghese di un condominio del Cairo, Zhat vive una vita affollata di eventi piccoli e grandi, popolata di amiche, vicini di casa, negozianti del quartiere, le cui esistenze si intrecciano con la sua. Sullo sfondo della Storia – che, senza che lei se ne renda conto, determina la sua vita – Zhat, immersa nella quotidianità, amante dei pettegolezzi, preoccupata della spesa, è un personaggio pieno di colore e di ironia. Ritratto di un’anti-eroina sempre baldanzosa e sempre sconfitta, e di un paese incalzato dal degrado, il romanzo si srotola in pagine dove la simpatia umana si mescola alla crudezza della satira”.

Le stagioni di Zhat è l’ultimo romanzo del grande scrittore egiziano ad essere tradotto in italiano: arriva dopo La commissione e Warda, pubblicati moltissimi anni fa da – rispettivamente – Jouvence e Ilisso e quasi introvabili. Qualche anno fa Sonallah Ibrahim era venuto alla Sapienza di Roma per una lectio magistralis e uno studente che aveva seguito la lezione aveva scritto questo bel post per editoriaraba: La forza ed il coraggio di un piccolo uomo: Sonallah Ibrahim. Vi consiglio di leggerlo se non conoscete questo autore!

9788887847499Cani sciolti, di Muhammad Aladdin

Trad. dall’arabo di Barbara Benini, edito da Il Sirente

“Per guadagnarsi da vivere, Ahmed fa lo scrittore di racconti pornografici per il sito odesk.com. Ahmed ha due cari amici: El-Loul, regista televisivo fallito, che si sta rilanciando nella carriera di sceneggiatore e manager di danzatrici del ventre “di serie C”, e Abdallah, il suo amico d’infanzia, tossicodipendente, di famiglia abbiente e menefreghista nei confronti della vita.
Seguendo le vite di questi tre personaggi nelle intricate e vocianti strade cairote, nei locali notturni, nelle desert-roads lontane dalla grande metropoli, il lettore ha uno sguardo su una parte della popolazione egiziana: i giovani nati negli anni ’90, i cosiddetti “cani sciolti”, lontani dalla morale tradizionalista, liberi da ogni costrizione di natura sociale e abituati a cavarsela in ogni situazione. Sono i giovani che hanno dato vita alle proteste di piazza e anche quelli che erano in piazza al soldo dei governi, come teppisti e picchiatori. Una storia illuminante sullo stato “di salute” dell’attuale società egiziana”.

Aladdin è uno degli autori egiziani più in vista della sua generazione, che ha già all’attivo diversi libri e articoli, questi ultimi spesso critici nei confronti del regime egiziano. L’avevo intervistato per il blog e avevo pubblicato un suo racconto tradotto da Barbara Benini qui: Muhammad Aladdin. la scrittura è un drago verde con i baffi viola.

6487787_779837L’ultima notte del Rais, di Yasmina Khadra

Trad. dal francese di Marina Di Leo, edito da Sellerio (in libreria dal 10 settembre)

“Il colonnello Gheddafi trascorre nel tormento le sue ultime ore. Abbandonato da tutti, assalito dai dubbi, si è reso conto troppo tardi della devastazione in cui versa il suo paese, e adesso la solitudine lo costringe a guardarsi dentro e a ripercorrere la propria vita. La megalomania l’ha spinto a credere di poter incarnare la sua nazione, il suo popolo. Narcisista, esuberante, esaltato dalla sua lotta salvifica, il “più umile dei Signori” ha infierito sul popolo per servirlo al meglio, eliminando i calunniatori e sfidando i potenti della terra. Ma cosa resta della sua follia ora che la sua stessa gente, dopo averlo acclamato e osannato, si prepara a linciarlo? Questo libro racconta di un uomo nato sotto il segno dell’ingiustizia, che sogna un riscatto individuale e collettivo. Nelle ore fatali del declino il Rais ritorna a quei momenti in cui ha avuto fede nella sua nazione e in se stesso e ha cercato di sollevarla dalla povertà, dallo sfruttamento. Fin quando l’immensità di quella visione, e di quel potere, si è trasformata in terrore e autoritarismo”.

Se mi sembra un’operazione corretta per il lettore questa di Yasmina Khadra (di cui ho apprezzato altri libri, in altri tempi)? No, a naso non direi. Ma poiché qualcuno potrebbe giustamente dirmi: “Blogger, non hai letto il libro però!” – a cui io però potrei sempre rispondere: “Hai ragione, ma forse un po’ di esperienza ormai ce l’ho per individuare le operazioni letterarie corrette da quelle scorrette!” – qui mi taccio. Se invece qualcuno se lo legge e ne vuole scrivere per il blog, mi faccia un fischio!

2 commenti

  1. Credo che un commento banale (come il mio) ogni tanto ci debba stare per incoraggiare chi gestisce questo interessante blog sulla cultura araba. Grazie per il lavoro che svolgi.

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