Addio a Sghaier Ouled Ahmed

La settimana scorsa si è spento a 61 anni il poeta tunisino Sghaier Ouled Ahmed, figura di spicco della cultura tunisina contemporanea.

Poco conosciuto nel nostro paese, in cui era stato invitato diverse volte, in particolare dopo la rivoluzione tunisina, della sua ricca produzione in italiano è stata tradotta una sola raccolta, credo difficilmente reperibile in libreria:  Tūnis al-ān wa hunā – Diario della Rivoluzione (poesie), traduzione di Patrizia Zanelli; a cura di Costanza Ferrini, prefazione di Mohamed Salah-Omri, Lucera, Lushir, 40 pp.

Lo ricordo con le parole di Kaouther Rabhi, che sul suo blog, Mediterraneo Mon Amour, ne ha fatto un bel ritratto:

“Si è spento a Tunisi, martedì 5 aprile 2016, il poeta Sghaier Ouled Ahmed, figura di spicco nel panorama culturale del paese. È dopo una lunga malattia, infatti, che martedì pomeriggio , nella sua camera all’Ospedale Militare di Tunisi, il Poeta ha lasciato la vita all’età di 61 anni, dopo aver cantato per più di trent’anni, il suo amore immenso e incondizionato per il paese e il popolo, dopo aver dovuto interrompere per sempre una battaglia che conduceva contro tutto genere di oscurantismo, una battaglia per la Patria, in cui aveva come unica arma  la Parola.

Sghaier Ouled Ahmed è nato a Sidi Bouzid, nel 1955, dove ha studiato, imparato il Corano e padroneggiato la lingua, prima di trasferire a Gafsa poi a Tunisi, dove ha ottenuto un diploma per animatori culturali nel 1987. Tornò poi in terra natia per ottonere il diploma di stato (il baccalauréat) e partire per la Francia per un corso di psicologia all’università di Reims. All’età di venticinque anni, ha iniziato a scrivere poesia, « Se è un po’ in ritardo, è colpa dello « Jinn della poesia« , diceva scherzoso.

La prima raccolta Nashid Al-ayam as-sitta (Cantico dei sei giorni)  fu pubblicata nel 1984, ma fu subito censurata dalle autorità a causa di  « un tono moto violento ed offensivo per il regime di Bourguiba ». La censura continuò per lunghi anni sia sotto bourguiba che durante il regime di Ben Ali, che costrinse il poeta ad emigrare in Francia. il ritorno in Patria si registrò negli anni novanta con la fondazione della Casa Tunisia della Poesia (Bayt Al-chiir) e fu anche negli anni novanta che Ouled Ahmed rifiutò di ricevere la legione di onore da parte di Ben Ali.

Un gesto assai significativo quello, che rese noto l’appartenza del poeta al popolo e lo proclamò portavoce delle sue rivendicazioni, insoddisfazioni ed aspettative. La poesia di Ouled Ahmed, la sua prosa, la sua penna e tutte le sue parole sono l’arma con la quale difenderà il suo paese,  il mezzo tramite  il quale griderà alla faccia di tutti i dittatori, oppressori e oscurantisti”.

La lettura continua a questo link.

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