Manifesto per la traduzione euromediterranea

Qualche giorno fa in Slovenia si è tenuta la prima conferenza euro-mediterranea sulla traduzione, organizzata da Anna Lindh Foundation, Università Euro-Mediterranea (EMUNI) e il Ministero degli Esteri sloveno. 

Translation 4 Dialogue, questo il titolo della conferenza, è la “prima conferenza di alto livello di questo tipo organizzata nella regione Euro-Med. Vi parteciperanno circa 100 esperti che lavorano nel campo della traduzione. Il focus della conferenza è il ruolo centrale della traduzione nelle attuali sfide socio-culturali nella regione e coinvolgerà tutti coloro che lavorano nella “catena di produzione della traduzione” – editori, autori, accademici, librai, traduttori, organizzazioni della società civile, fondazioni, istituzioni pubbliche e private – che dibatteranno e chiederanno che la traduzione diventi uno strumento centrale per il dialogo interculturale”.

Un Manifesto per la traduzione è stato preparato e postato online: tra i primi firmatari ci sono anche lo scrittore italiano Claudio Magris, il poeta siriano Adonis, gli scrittori egiziani Khaled al-Khamissi e Sonallah Ibrahim, lo scrittore marocchino Mohammed Barrada, la scrittrice algerina Ahlam Mosteghanemi, l’autore libanese-canadese Wajdi Mouawad e tanti altri.

Il testo del Manifesto è il seguente:

Le lingue sono come Ulisse: viaggiano. Oggi esistono vie della traduzione come ce ne furono per la seta o le spezie. Le opere viaggiano con o senza bagagli. Senza traduzione i libri e le opere sono come abbandonati  in un deposito bagagli culturale. Il linguaggio di questo viaggio, la traslazione del testo è proprio la traduzione.

Umberto Eco diceva che la traduzione è la lingua dell’Europa. La traduzione è la lingua del Mediterraneo. Tuttavia, tutti gli studi dimostrano che vi è una straordinaria lacuna di traduzioni e uno scambio ineguale ed asimmetrico nello spazio euro-mediterraneo. “Mare Nostrum” sì, ma a che punto siamo con le “linguae nostrae”? Senza il plurilinguismo non esiste la diversità culturale. Senza traduzione non ci può essere dialogo tra le culture.

Le nostre due sponde del Mediterraneo si trovano ad affrontare molti pericoli comuni. Nella geopolitica dell’emergenza, quella culturale viene spesso posta in secondo piano dalle nostre diplomazie. La “scontro di civiltà”, se davvero esiste, è prima di tutto uno “scontro di de-civilizzazione.” La lingua esercito, la lingua che uccide, non ha bisogno di traduzione.

Il Mediterraneo è sempre stato uno spazio di sapere e di scambio, di trasmissione e contaminazione. Oggi, tra la tentazione di rimediare col filo spinato e il monolinguismo dell’odio, la libertà di circolazione delle opere, autori, talenti e di coloro che le traducono è minacciata.

I traduttori sono contrabbandieri insostituibili delle opere e delle conoscenze, il tramite essenziale tra le nostre culture. Facciamo un appello ad una mobilitazione a sostegno del loro riconoscimento, alla loro formazione, alla loro mobilità, alla loro accoglienza.

In una rinnovata politica per un’agenda culturale euro-mediterranea dinamica e ambiziosa, la traduzione è una delle chiavi delle nostre identità condivise. Non è un linguaggio per tutti ma l’accesso alle lingue per ognuno.

Questo è il motivo per il quale invochiamo una politica Euro-Mediterranea ambiziosa a favore della traduzione delle opere e delle espressioni culturali. C’è un’emergenza che riguarda le lingue e la traduzione. Tutti gli operatori della filiera della traduzione devono essere coinvolti: gli autori, gli editori, i distributori, i librai, le biblioteche, le istituzioni pubbliche e private; ma anche gli attori nazionali, l’Unione europea e i forum di cooperazione euro-mediterranei. La prima Conferenza euromediterranea sulla traduzione si terrà a Portoroz, in Slovenia, il prossimo 23 giugno.

Ci auguriamo che questo “Manifesto per la traduzione” agisca da impulso  per forte mobilitazione in favore di una concreta politica di sostegno alla traduzione e le opere della cultura Mediterranea.

editoriaraba ha firmato, firmate anche voi?

Per saperne di più sulla conferenza potete leggere qui, dove trovate anche il programma.

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