Internazionale ha pubblicato la mia recensione di The Return. Fathers, Sons and the Land in Between (Penguin 2016), nuovo libro dello scrittore libico Hisham Matar, in corso di traduzione in italiano per Einaudi.
Ve lo dico subito: è un libro da leggere per tantissimi motivi. Il primo e più importante è che Matar sa scrivere. Sa scrivere davvero bene.
Di seguito trovate un estratto della mia recensione:
Quando ritorna nei luoghi della sua infanzia, lo scrittore incontra parenti, amici, conoscenti del padre che lo sommergono di ricordi. Gli zii e i cugini, ex compagni di prigione del padre, ricordano quando Jaballa, in isolamento, recitava le poesie e lo potevano sentire dalla loro cella. Quando incontra un uomo convinto di averlo intravisto in carcere, vorrebbe poter scambiare i suoi bulbi oculari con quelli che hanno posato lo sguardo sul padre forse per l’ultima volta.
A tutti chiede di quel padre scomparso, e la domanda, sottintesa, straziante e universale è sempre una: è morto, mio padre? Quell’incertezza in cui vive da quando il padre è scomparso definisce la sua vita, è sua compagna e suo destino. Impossibile eludere quel senso di incompiutezza che il non sapere porta con sé. Impossibile, per il lettore, non avvertire quello strazio dell’anima, quella pena che non si attenua mai, quella malinconia che nulla può lenire.
Hisham Matar ci fa entrare in quel dolore che lo imprigiona senza scampo, ci porta per mano negli angoli più appuntiti della sua personale sofferenza e lo fa con un linguaggio commovente e poetico e attraverso passaggi pieni di lirismo.
Per leggerla tutta, cliccate qui: Hisham Matar racconta la Libia con una storia che ci riguarda tutti.
[L’immagine di copertina è @The Telegraph]
[…] Il ritorno, di Hisham Matar (di prossima pubblicazione per Einaudi), parla molto del nostro Paese, dei lasciti orrendi del colonialismo italiano in Libia ma anche della nostra eredità culturale, di cui ad esempio l’architettura di Bengasi è disseminata, come vi avevo anticipato a settembre qui. […]
[…] Il ritorno, di Hisham Matar (Einaudi); trad. di Anna Nadotti […]