Il Salone del Libro francofono di Beirut che parla anche arabo

Il 5 novembre è stato inaugurato a Beirut il consueto Salone del libro francofono , che celebra la cultura francofona nell’ex dominio francese del Libano. Ma da un paio di anni ormai, anche il Salone di Beirut si è aperto al mercato editoriale arabo.

di Ali Raffaele Matar*

È stata inaugurata a Beirut la XXIIIa edizione del Salone del libro francofono, che si protrarrà dal 5 al 13 Novembre 2016 al BIEL (il Beirut International Exhibition & Leisure center). Il Salone, che attira ogni anno quasi centomila visitatori, è annoverato tra i più importanti al mondo per quanto riguarda la cultura francofona.

Come si può leggere dal manifesto ufficiale del festival, il motto di quest’edizione è “Lire ensemble” accompagnato dall’equivalente araboنقرأ معا. Un inno alla lettura come forza di unione e coesione, volta a far convergere nello stesso luogo la passione di autori e lettori di cultura prevalentemente francofona. Alla conferenza inaugurale -intitolata appunto Arabité et francité: l’inévitable dialogue- ha presenziato l’ospite d’onore di quest’edizione: Salah Stétié. Poeta, scrittore e saggista, ben noto per la sua produzione letteraria in lingua francese, Stétié verrà celebrato al Salone come una delle figure intellettuali di spicco nel panorama francofono libanese.

Il Salone, presentato quest’anno dal Ministro della Cultura francese Audrey Azoulay, vanta innumerevoli ospiti, tra i quali i vincitori del premio Goncourt, Paule Constant, Laurent Gaudé e Pierre Lemaitre e diversi altri, nonché autori arabi del calibro di Khaled Khalifa (Elogio dell’odio, Bompiani), Yasmine Ghata, Jabbour Douaihy (San Giorgio guardava altrove, Feltrinelli) e l’iracheno Ahmed Saadawi (Frankenstein a Baghdad, e/o), vincitore dell‘ Arabic Booker Prize nel 2014.

Verrà inoltre riservata particolare attenzione alla BD, il mondo del fumetto, con il belga Jean Van Hamme, il collettivo libanese Samandal e autrici come Léna Merhej e Lamia Ziadé, le cui tavole originali verranno esposte durante tutta la durata del Salone.

Anche il teatro è oggetto di riguardo quest’anno, grazie al drammaturgo e scrittore francofono libanese Wajdi Mouawad, autore del romanzo Anima (pubblicato nel 2015 da Fazi Editore), che terrà una conferenza sul teatro nella storia insieme a Paul Matar.

Tra i premi di quest’edizione, oltre al Prix Jeunesse per i più giovani, saranno conferiti il Prix Phénix de littérature, da una giuria composta da Salah Stétié, Jabbour Douaihy, Paule Constant et Josyane Savigneau, il Prix Zyriab, che sarà assegnato al miglior volume di gastronomia franco-libanese e, ultimo ma non per importanza, il prestigioso premio Liste Goncourt/ Le Choix de L’Orient.


*Ali Raffaele Matar: in procinto di terminare la laurea specialistica in ingegneria, vive immerso in mille mondi. Ossessionato da Fairuz e tutto ciò che è vintage, ascolta ogni sfumatura di jazz e adora la letteratura, il fumetto e l’arte araba e giapponese. Nei ritagli, tira avanti due blog: uno sul cinema non-hollywoodiano e l’altro su Fairuz.

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