La Siria che scrive: Khaled Khalifa e “Elogio dell’odio”

Nato vicino ad Aleppo nel 1964, Khaled Khalifa è uno degli autori siriani e arabi più rappresentativi e importanti della narrativa araba contemporanea.

Autore di romanzi, poesie e sceneggiature, ha vinto nel 2013 la Medaglia Nagib Mahfouz per la Letteratura per il suo romanzo لا سكاكين في مطابخ هذه المدينة (Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città, Dar el-Ayn, Il Cairo, 2013) ed è stato finalista nel 2008 al Premio internazionale per la letteratura araba con il suo romanzo Elogio dell’odio (مديح الكراهية), tradotto in 8 lingue e pubblicato anche in italiano da Bompiani nel 2011, con la traduzione di Francesca Prevedello. Pubblicato nel 2006, il romanzo è stato censurato in Siria e poi ripubblicato in Libano. Il suo ultimo romanzo, الموت عمل شاق (La morte è un lavoro duro) è stato pubblicato nel 2015 in Libano ed Egitto.

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Nei suoi libri Khalifa ha raccontato le pratiche repressive e violente del regime siriano e la bellezza resistente del popolo siriano. A causa della sua attività da intellettuale dissidente, è stato oggetto di censura e di atti di brutalità da parte del regime di Bashar al-Assad. Dopo un periodo all’estero, negli Stati Uniti e in Europa, Khalifa ha deciso di tornare in Siria, a Damasco, dove attualmente vive. Il suo romanzo Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città è stato da poco tradotto in inglese (AUC Press) e francese (Actes Sud).  Gli eventi italiani a cui ha partecipato la scorsa primavera sono sempre stati un gran successo di pubblico.

elogio-odio-copertElogio dell’odio comincia così:

“L’odore del vecchio armadio mi ha fatto venire la smania di aprire ante e cassetti, di mettermi a frugare dappertutto alla ricerca delle fotografie che un giorno avevo messo in ordine con grande cura. La fotografia di mia madre, che raccoglie i limoni dall’unica pianta del cortile e ci sono anch’io accanto a lei, con gli occhi luccicanti di gioia, quella di mio padre nella sua uniforme militare, sbarbato di fresco e con lo sguardo fisso sull’obiettivo, e quella di mio fratello Hussam che, tutto sorridente e con il grembiule della scuola, tiene in braccio Humam, il nostro fratellino ancora avvolto in una copertina azzurra”.

La Siria che scrive è una iniziativa di editoriaraba, che ogni settimana presenterà un autore siriano attraverso le sue opere. L’idea è quella di provare a raccontare la Siria attraverso la sua cultura, i suoi intellettuali, le sue storie. 

puntata #1: Faraj Bayrakdar e la poesia in carcere

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